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Sardegna: un'isola con tante facce



  1. Di traghetti e aerei ce ne sono molti. Fanno scendere tantissime persone su coste dai nomi affascinanti (Costa Paradiso, Costa Smeralda, Golfo degli Aranci) e così belle che lasciano senza parole. Altre ci arrivano con le proprie barche e le coste se le cercano tranquille, naturalmente. Altre vengono per passare un periodo in luoghi stupendi , sì, ma abitati solo da maggio a ottobre e con sole case per le vacanze.

  2. Affascinante è la Sardegna „vera“, quella del cuore dell’isola, tanto grande (è la terza regione d’Italia) è poco conosciuta. Ai turisti sembra strano sentire che è sulla carne e sui formaggi che si basa la cucina tradizionale sarda e non sul pesce, perché la popolazione è sempre rimasta lontana dalle coste, per il pericolo dei pirati e della malaria. Oppure venire a sapere che, per tradizione, le donne sarde hanno una posizione importante nella vita del paese, perché gli uomini erano spesso lontanti da casa con le loro pecore ed erano le donne a dover governare la famiglia.

    È la paura dei sardi ad aprirsi e perdere così la propria identità che mette la Sardegna da una parte e il „continente“ dall’altra: il turista che si sente chiamare „continentale“, ha la sensazione che quel mar Tirreno che sta in mezzo sia una vera e propria frontiera.

  3. Sappiamo già che gli uomini sardi erano spesso lontani dalle famiglie, sui monti con le loro pecore per lunghi mesi. Che bello avere del pane fresco da mangiare con il formaggio e le olive! Ma ciò era praticamente impossibile. Ci voleva qualcosa che si potesse portare con sé facilmente e mantenere per molto tempo: nasce così il pane carasau, tipo di pane sottile , che ora è conosciuto in tutto il mondo. Per le donne sarde saper fare bene il pane è sempre stata una tradizione, un’arte che imparavano già da bambine: il pane che facevano doveva essere buono da mangiare ma anche bello da vedere, soprattutto nelle occasioni speciali, come le feste, i matrimoni e le nascite. E quando restava un po’ di pasta, si facevano piccoli pani per i bambini a forma di animale per giocare.

  4. Potremmo definire l’artigianato sardo come vera arte perché unisce storia, tradizione e vita in maniera veramente originale. Le attività principali sono: ceramica, ricamo , lavorazione del legno, del ferro e del sughero , della lana, dei gioelli e dei tessuti .

    Grazie alle cooperative artigiane negli ultimi anni soldi che ne derivano non vengono raccolti solo fuori dall’isola come è successo per tanto tempo. Questa è la strada giusta da seguire per offrire un lavoro ai giovani ed evitare così che lascino la loro terra. (...)

446 parole

Quelle: Appunto 2, C.C. Buchner Verlag, Bamberg, 2007, S. 124 – 126

annotazioni:

r.  5 stupendo,a meraviglioso,a
r.  9 basarsi su avere come base, fondarsi
r. 21 sottile fine
r. 28 il ricamo die Stickerei
r. 29 il sughero der Kork

il tessuto il materiale con cui si fanno i vestiti
r. 30 artigiano, a handwerklich
r. 32 evitare impedire

 

Esercizi:

I. Tutto chiaro?

Rispondi alle domande:

  1. Perché tanti turisti vanno in Sardegna?
  2. Quando ci vanno per la maggior parte?
  3. Quali sono le coste più famose della Sardegna?
  4. Come mai la Sardegna „vera“ è così diversa?
  5. Perché la popolazione si è sempre tenuta lontana dalle coste?
  6. Come mai la donna sarda ha una posizione particolare?
  7. In che senso il mar Tirreno è una frontiera?
  8. Com’è nato il famoso „pane carasau“?
  9. Quali sono le attività principali dell’artigianato sardo?
  10.  Come, secondo l’articolo, si cerca di offrire lavoro ai giovani sardi?

II. Due mondi a confronto: Come sono?

Che cosa dice il testo sul diverso modo in cui i turisti e i sardi vivono l’isola? Raccogli le informazioni corrispondenti nei testi e discuti con un compagno.

 

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