Una giovane sarda racconta
Infobox
Diese Seite ist Teil einer Materialiensammlung zum Bildungsplan 2004: Grundlagen der Kompetenzorientierung. Bitte beachten Sie, dass der Bildungsplan fortgeschrieben wurde.
La mia isola
Ecco un ritratto della Sardegna di oggi come la vede Elisa (18), studentessa di Oliena (provincia di Nuoro). Elisa ha trascorso un anno a Friburgo e – con questo testo – ha cercato di descrivere la Sardegna come la vede e come la vive.
In Sardegna, le montagne sembra abbiano aver lottato per prendere il sopravvento , ma è il mare che fa da padrone, tiranno ed egoista, emblema dell’immobilità e fluida monotonia di questo piccolo, lontano angolo d’Italia.
La Sardegna, le sue spiagge e i suoi paesini, i suoi disoccupati, i suoi turisti e i suoi giovani senza progetti. La Sardegna e le sue vecchie donne, nelle loro vecchie, nere e lunghe gonne, che siedono insieme su vecchie panche di marmo; che osservano, quasi spiano , i ragazzi che si rubano i primi baci, le prime carezze; che si nascondono per fumare le prime sigarette. Questi spesso non sanno di essere guardati, o semplicemente non se ne interessano e sbandierano l’illusione di non invecchiare mai, la convinzione di non farlo, comunque, come loro: non come quelle vecchie donne. Loro, non sono mai state così sfacciate , così libere: non hanno conosciuto alcun altro uomo, al di fuori del proprio; nessun’altra casa, al di fuori della propria. Poche hanno viaggiato, o hanno mai voluto. Alcune hanno dovuto: le offerte di lavoro sempre poche, e le esigenze sempre troppe. Quel paese dove sono cresciute, ce l’hanno impresso nella pelle, negli occhi, sotto le dita. Le orecchie e la lingua sono attraversate da quel dialetto antico, quei proverbi ed espressioni che nessuno sa più da dove derivino e che rispecchiano tutto ciò che loro conoscono, la fatica e le feste paesane.
La Sardegna e i suoi vecchi uomini, seduti nei tavolini dei bar, nelle piazze vuote; vecchi uomini che vagano insieme per le stradine, le mani strette dietro la schiena, i capi piegati in avanti a osservare le vecchie scarpe da passeggio . Vecchi uomini, che spesso non vogliono lasciarsi andare agli anni che passano, e si chinano ancora a lavorare su quei fazzoletti di terra che non hanno voluto cedere a figli o nipoti. Vecchi uomini, che la sera si addormentano davanti alla televisione accesa che trasmette film western visti e rivisti, sprofondati in poltrone a cui sono affezionati come quanto lo sono agli anni svaniti della loro giovinezza. Le redini della casa sono state lasciate, da tempo, forse da sempre, nelle mani delle mogli, affidandoci anche le preoccupazioni per i figli lontani che non vedono spesso, per quei nipoti che sembrano prendere una cattiva strada.
I ragazzi, si sa, vogliono vivere a modo proprio, vogliono avere tutto e subito. Per molti di loro quel “tutto” è lì, tra le vecchie stradine buie, muri colorati da vandali dilettanti e i mozziconi di sigarette che puzzano ancora di proibito. Alcuni, non hanno alcun’altra possibilità se non quella di cercarlo, trovarlo o costruirlo lì, quel “tutto”. E poi ci sono gli altri, quelli illusi di potersi lasciare alle spalle l’odore del mare, di poterlo attraversare alla ricerca di qualcosa, cosa, spesso non si sa, e quello che ancora non si sa, è che quel pezzo di Sardegna, dove sei nato e cresciuto, non ti abbandona. Non va via, come fa il sale, con una doccia dopo una giornata al mare, e non sparisce dopo un po’ di tempo come l’abbronzatura di un’estate.
La Sardegna non ti lascia, rimane a ricordarti che anche se scappi, è a lei che appartieni: appartieni alla fatica di quei vecchi, al silenzio pomeridiano delle stradine assolate , alla disillusione dei giovani meno fortunati di te; che appartieni alle spiagge tristi e vuote delle giornate invernali, e a quelle afose delle domeniche estive; che appartieni a quel mare.
Con il gentile permesso di Elisa Casula, 06/2011
annotazioni:
r. 2 | il ritratto | das Porträt |
r. 5 | il sopravvento | il vantaggio, il predominio |
r. 6 | l’emblema (m) | il simbolo |
|
fluido,a | flüssig, wandelbar |
r. 10 | spiare | nachspionieren |
r. 12 | sbandierare | far vedere |
r. 14 | sfacciato,a | unverschämt, frech |
r. 15 | al di fuori | qui: tranne, salvo |
r. 17 | l’esigenza | la necessità |
r. 19 | derivare da | prendere origine |
r. 22 | vagare | andare da luogo a luogo |
r. 23 | il passeggio | la passeggiata |
r. 24 | i fazzoletti di terra | kleine Stücke Land |
r. 25 | cedere | dare, lasciare |
r. 26 | sprofondarsi | abbandonarsi, lasciarsi andare |
r. 27 | svanito,a | scomparso,a |
r. 28 | le redini | die Zügel |
r. 32 | dilettante | una persona che non ha esperienza |
|
i mozziconi | die Zigarettenstummel |
r. 34 | illudersi (p.p. illuso) | ingannarsi (con vane speranze) |
r. 40 | assolato,a | pieno,a di sole |
Comprensione del t
e
sto:
-
Il testo parla
della vita in un paesino sardo delle differenze tra gli anziani e i giovani dei rapporti tra donne e uomini della scontentezza dei giovani
-
Secondo l’autrice
le donne anziane non hanno voluto viaggiare in un altro posto gli uomini anziani danno con piacere il loro terreno ai figli i giovani vorrebbero abbandonare l’isola molti giovani non sanno che porteranno la loro isola per sempre nel loro cuore
-
Quali dei seguenti aggettivi caratterizzano l’autrice del testo
superficiale sentimentale sincera delusa pensosa spensierata calorosa
Se tu dovessi parlare della tua città, del tuo paese, come l’ha fatto Elisa nel suo testo, cosa scriveresti? Comincia la prima frase con:
“In Germania … / … a Friburgo,
_______________________________________ |
_______________________________________ |
_______________________________________ |
_______________________________________ |
_______________________________________ |
_______________________________________ |
_______________________________________ |
_______________________________________ |
La mia isola:
Herunterladen
[doc] [41 KB]